mercoledì 9 gennaio 2008

Anche noi più o meno 300...




Leonida (in greco, Λεωνίδας "figlio del leone") è stato il diciassettesimo re di Sparta. Salì al trono nel 489-488 a.C.. Era figlio di Anassandride II e successe a suo fratello Cleomene.
Nel 480 a.C. gli efori mandarono Leonida a difendere il passo delle Termopili dall'armata di Serse, re di Persia (vedi battaglia delle Termopili). Insieme a Leonida vi erano solo 7000 soldati alleati e i 300 soldati spartani scelti appositamente per il loro talento in battaglia e perché avevano figli maschi.
Secondo un racconto dell'epoca Leonida portò con sé così pochi uomini perché sapeva che nessuno sarebbe tornato indietro vivo. Pare infatti che Leonida avesse deciso di morire in battaglia poiché un oracolo aveva profetizzato che Sparta sarebbe sopravvissuta solo con il sacrificio di uno dei suoi re.
Nel primo giorno di battaglia, quando Serse intimò ai Greci di gettare le armi, si dice che Leonida abbia risposto "Μολών Λαβέ" (venite a prenderle).
Irridendolo, Serse gli preannunciò che presto il sole sarebbe stato oscurato dai dardi e dai giavellotti persiani. Al che Leonida replicò che sarebbe stato tanto meglio, così avrebbero combattuto all'ombra. E narra Plutarco anche che il terzo giorno il re esortò i suoi uomini a fare una colazione abbondante, perché quella notte avrebbero cenato nell'Ade, e quindi sarebbero morti.
Gli uomini di Leonida respinsero gli attacchi dei persiani per i primi due giorni, fino a quando il rinnegato Efialte condusse il generale persiano Idarne per un passo montano che sbucava alle spalle dei Greci. Leonida fu ucciso nel pieno dello scontro.
La statua di un leone fu piazzata nel luogo dove era morto Leonida per commemorare il sacrificio del re e dei suoi uomini. Vi era scolpita questa scritta: « Viaggiatore, va' a dire a Sparta che noi siamo morti per ubbidire alle sue leggi! ».

Ma i leoni dovevano essere 300, uno per ognuno dei 300 eroi che pur combattendo contro un milione di persiani, sapendo quindi quasi con certezza di sacrificare la propria vita, non esitarono un attimo perchè sapevano di combattere la "buona battaglia".

Questo blog vuole essere il luogo virtuale dove verranno poste quante più possibili delle 300 statue di leoni dedicate a chi nella mia Calabria, ma anche in tutte le terre di mafia ed in tutta Italia, ha combattuto la "buona battaglia" per l'affermazione della Legalità, della Giustizia, della Democrazia e della Libertà contro tutte le mafie, quelle con la lupara in spalla e quelle con la penna nel taschino.

E' vero, dobbiamo ammetterlo, anche noi che continuiamo a combattere quella battaglia siamo pochi, molto pochi. Forse non siamo solo 300, ma certamente siamo ancora troppo pochi per poter sperare ragionevolmente di vincerla.
Ma non per questo non combatteremo. Fino all'ultimo.
Che cominci a capire - chi deve capire - che non solo siamo pronti a qualsiasi sacrificio per difendere lo Stato di Diritto, ma che soprattutto ci saranno sempre 300 di noi che continueranno la battaglia.
Questa deve essere la nostra fede e la nostra missione, questo deve cominciare ad essere il loro incubo.

Giovanni Pecora
(P.S. Curioso, no? Il blog dei Leoni realizzato da uno che di cognome fa Pecora! Quando si dice "non si può mai dire...")

(le notizie storiche sono tratte da Wikipedia)

1 commento:

Vincenzo Scavello ha detto...

Caro Giovanni, Buon 2008!

Testimoniare, testimoniare, testimoniare!
Farlo con ogni mezzo, finché ci lasciano la libertà di espressione, convinti che soltanto attraverso l'Informazione si possono creare Reti Solide e Solidali.
Complimenti per questa Tua ulteriore fatica alla quale sarà un piacere offrire disinteressati contributi.

Che meraviglia, poi, ascoltare il ruggito di uno che si chiama "Pecora"!
Guarda che dovrebbe essere così anche per le colombe, visto il numero di "Falchi" e "Avvoltoi" in circolazione. Questo per disorientare, almeno in parte, i tanti "Giganti" in circolazione che non amano le fiere interferenze di uomini liberi.

Un Abbraccio