giovedì 10 gennaio 2008

CERCHIAMO "VOLONTARI DELLA MEMORIA"


Questo progetto non ha ancora una sua struttura ben precisa, ma nasce dal desiderio insopprimibile di dare al più presto risposte concrete di speranza soprattutto alle giovani generazioni, al di là delle prediche e delle parate, al di là dell'antimafia di convenienza che forse a livello di contrasto al fenomeno mafioso ha fatto - e continua a fare - danni incalcolabili.
C'è bisogno di "testimoni" che siano seri e credibili: è ora di finirla con i "professori di legalità" a un tanto all'ora, che vengono nelle regioni di mafia per pontificare su cose che vedono solo attraverso lo specchio della loro cultura di carta, e se veramente vogliamo praticare l'educazione alla legalità bisogna dare finalmente spazio alle voci che i giovani possono accettare come credibili quando indicano percorsi di lotta e di speranza.

Questi testimoni non possono essere innanzi tutto che i familiari delle vittime della violenza mafiosa, coloro che avendo provato nella propria carne e nel proprio sangue il dolore che può generare la bestialità mafiosa sono assolutamente credibili e trascinanti quando parlano di speranza nel futuro e di lotta per cambiare il destino delle terre di mafia.
Poi bisogna valorizzare la testimonianza di chi opera quotidianamente nella costruzione di un futuro diverso e possibile nelle terre di mafia, come le persone impegnate nelle cooperative sociali, i giovani e gli adulti che si dedicano generosamente al volontariato sociale, soprattutto nelle associazioni e nei movimenti antimafia, o come i commercianti e gli imprenditori che si schierano con coraggio in prima linea nella lotta contro il racket delle estorsioni e del "pizzo", o ancora come i "testimoni di giustizia" che con le loro coraggiose denunce hanno permesso la condanna di centinaia di mafiosi, o come gli operatori di Pubblica Sicurezza che rischiano quotidianamente la loro stessa vita nel contrasto alla criminalità, o infine i sacerdoti, i religiosi, le religiose e tutti gli educatori che dedicano la loro vita ad accogliere nelle comunità di recupero ed accoglienza i ragazzi a rischio di devianza sociale.

Apriamo dunque questo cantiere, senza più perdere tempo.

Innanzi tutto abbiamo bisogno di "volontari della memoria" che riescano a ricostruire immagini e storie dietro i nomi delle vittime della violenza criminale e mafiosa, storie anche minime ma he possano diventare le tessere di una grande mosaico che non può essere fatto solo di grandi figure.
Abbiamo in questo blog pubblicato in un precedente post l'elenco dei nomi conosciuti delle vittime della resistenza civile alla violenza mafiosa: è necessario che tanti di noi ne "adottino" qualcuno (meglio se più di uno) e che ci segnalino questa loro disponibilità inserendo un commento a questo post, per darci così la possibilità di cominciare a coordinare il lavoro senza disperdere le energie.

Poi bisogna che tutti noi ci attiviamo per contattare con il "passa-parola" tutti coloro che potrebbero aiutarci in questo progetto, trovando nuovi "volontari della memoria" tra gli amici, tra i colleghi di lavoro, tra chi sappiamo come impegnato su queste tematiche o appassionato di storia locale, parlandone con i nostri figli e con gli amici dei nostri figli, invitando i loro insegnanti a mettersi in contatto con noi per realizzare insieme magari dei veri e propri progetti scolastici di educazione alla legalità. Sarebbe bellissimo, ad esempio, se si facesse "adottare" ad ogni alunno una vittima di mafia, rendendolo partecipe così non solo di un'operazione culturale ma anche compartecipe di una storia che potrebbe portarsi dentro il cuore per tutta la vita, come fosse la storia di un suo amico o di un parente.

Il nostro obiettivo deve essere quello di ribaltare l'infame proposito ipotizzato dalle bestie mafiose quando uccidevano pensando non solo di "dare una lezione" ma anche di seminare terrore e sottomissione: noi dobbiamo far sì che invece quel sangue purissimo versato da innocenti cominci ad irrorare e fecondare la terra dove faremo germogliare i fiori della speranza.
Solo così essi non saranno morti invano, e potremo dare un senso non tanto alle loro morti, cui purtroppo non si può più porre rimedio, ma alla vita dei loro familiari ed alla nostra stessa vita.
Il problema non è solo morire invano, ma anche e soprattutto sopravvivere invano.

1 commento:

Unknown ha detto...

E' una bellissima iniziativa, che mi impegno a sostenere (adottando un martire della resistenza alla mafia) ed a diffondere attraverso il mio blog.
Scorrendo l'elenco, ho deciso di adottare una donna tra le vittime della mafia. Farò delle ricerche su Emanuela Sansone.
A presto.
Rossella
http://diario_estemporaneo.ilcannocchiale.it